Un pomeriggio qualsiasi dei molti che lei passava da sola. Beh! Lui, si sapeva, aveva sempre tanto da fare...
Lei era convinta che, quando ami qualcuno, è bello fargli capire che pensi a lui, che gli vuoi bene... Insomma, che te ne importa. Senza assillarlo ovviamente ma con dei piccoli dettagli, dei gesti ogni tanto che lo facciano sentire unico e speciale per l'altra persona, per te che vorresti sentirti unica e speciale per lui allo stesso modo.
E così, forse anche per attuare ciò che avrebbe voluto ricevere se stessa, prese il cellulare con un sorriso fra le labbra sebbene pure con l'insicurezza che le creava il pensiero di essere sempre di troppo per lui, di dargli fastidio, di sentirsi come l'assurda sentimentale che gli avrebbe fatto perdere attimi preziosi del suo tempo. A lui che era costantemente indaffarato.
Quando sei abituata ad essere trattata in un certo modo, distante e distaccato, finisci per andarci con i piedi di piombo per quanto la cosa possa risultare sgradevole e insoddisfacente.
Comunque sia, aprì l'app e scrisse semplicemente:
"Ti voglio bene! ❤"
Qualche minuto dopo, ascoltò con entusiasmo la suoneria che gli aveva assegnato:
"Anch'io ti voglio bene!"
Il suo sorriso si allargò ancor di più con quelle semplici ma magiche parole. Tuttavia, subito cominciò ad arretrare fino a scomparire con il messaggio che seguì subito dopo:
"Ma lo sai che io non sono affatto portato per queste manifestazioni e che non mi piace stare tuttto il giorno a perdere il tempo con il cellulare ! Non sono il tipo di stare lì a dirti smancerie, mi dispiace! So che tu sei molto emozionale ma io no! Mi spiace ma io sono così! 🤷♂️"
E approfittò del fatto che non gli piaceva utilizzare il cellulare per raccontarle la quantità ingente di cose che aveva fatto, stava facendo e doveva fare. Lei si domandava "Gli basterà tutto il tempo del mondo per fare quello che deve fare(?)"...
Il sorriso diventò un'ombra immaginaria sul viso di lei.
Lesse. Lesse con il cuore infranto. Non tanto dall'egocentrismo di lui a cui ci aveva già fatto il callo quanto da quel paragrafo inutile, di troppo e gratuitamente doloroso con il quale lui ancora un'altra volta aveva sentito la necessità di annullare e mandare in frantumi un semplice e inoffensivo "anch'io ti voglio bene!".
E la parte enorme del suo cuore che prima occupava lui cominciò a diminuire lentamente. Si stringeva, si rimpiccioliva e in maniera proporzionale, crescevano in lei la stizza, la stanchezza, l'apatia e il dissinteresse nei suoi confronti.
Perché lei aveva la certezza che chi ama lo fa senza avversative.
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