Amai, amai intensamente, amai alla follia, senza limiti.
Ci credetti, mi ci buttai a capofitto... nei suoi occhi, nel suo ventre.
Godetti. Gridai di piacere.
Sentii.
Risi, sorrisi, abbracciai la felicità e mi crogiolai nelle sue promesse.
E lui?
Mi ferì, mi fece del male, sbattè il mio cuore senza un motivo.. Aprì le mie vene con la lama tagliente della sua sofferenza. Scagliandomi contro il suo profondo malessere che non mi apparteneva.
Non ci capivo niente. Soffrii, piansi lacrime amare di incomprensione, impotente.
Eppure...
Continuai ad amare, con passione, con delirio, con assoluta vocazione. Nell'unica maniera in cui sapevo amare... Con dedizione.
Mi derise ancora con delle frasi avvelenate, con il dispetto, con accanimento... Senza un perché, senza una ragionevole ragione. Senza empatia. Con crudeltà.
La ferita si aggrandò e cominciò a fuoriuscirne del sangue a fiotti... Una grondaia di eritrociti scaturiva dai miei sentimenti che a poco a poco perdevano il colore, anemici, sempre più malati, senza guarigione.
Ciò nonostante, continuai ad amare, con dolore, con rabbia, con impotenza, con frustrazione ma con desiderio, con passione. Credendoci ancora ma consapevole che il male genera male, la negligenza uccide l'amore. Senza appena dei globuli rossi...
Cattivo compagno di strada è il rancore...
Ci riflettetti, ci pensai a lungo. Interrogai i miei sentimenti, non mi afferrai più alla mia capacità di sopportazione. Resilienza la chiamano. Io la chiamai delusione: omicidio colposo dell'entusiasmo. "Ergastolo per il criminale!", gridava la mia sete di vendetta.
Ma non me ne vendicai perché lo amavo ancora benché in un'altra maniera... fredda, lontana, protetta.
E l'emorragia cessò... Forse non me ne restava più una goccia di sangue nelle vene...
Il gelo del lungo inverno prese il suo posto, il ghiaccio del suo cuore cauterizzò le mie ferite. La neve coprì il mio corpo congelando la mia sensibilità.
Morii con ogni sua trascuratezza.
Morii...
Restai inerme a terra.
E fu proprio allora che rinacqui dalle ceneri dell'disinganno.
Fredda, scettica.... ma viva!
Ibone - 16 marzo '18
Ci credetti, mi ci buttai a capofitto... nei suoi occhi, nel suo ventre.
Godetti. Gridai di piacere.
Sentii.
Risi, sorrisi, abbracciai la felicità e mi crogiolai nelle sue promesse.
E lui?
Mi ferì, mi fece del male, sbattè il mio cuore senza un motivo.. Aprì le mie vene con la lama tagliente della sua sofferenza. Scagliandomi contro il suo profondo malessere che non mi apparteneva.
Non ci capivo niente. Soffrii, piansi lacrime amare di incomprensione, impotente.
Eppure...
Continuai ad amare, con passione, con delirio, con assoluta vocazione. Nell'unica maniera in cui sapevo amare... Con dedizione.
Mi derise ancora con delle frasi avvelenate, con il dispetto, con accanimento... Senza un perché, senza una ragionevole ragione. Senza empatia. Con crudeltà.
La ferita si aggrandò e cominciò a fuoriuscirne del sangue a fiotti... Una grondaia di eritrociti scaturiva dai miei sentimenti che a poco a poco perdevano il colore, anemici, sempre più malati, senza guarigione.
Ciò nonostante, continuai ad amare, con dolore, con rabbia, con impotenza, con frustrazione ma con desiderio, con passione. Credendoci ancora ma consapevole che il male genera male, la negligenza uccide l'amore. Senza appena dei globuli rossi...
Cattivo compagno di strada è il rancore...
Ci riflettetti, ci pensai a lungo. Interrogai i miei sentimenti, non mi afferrai più alla mia capacità di sopportazione. Resilienza la chiamano. Io la chiamai delusione: omicidio colposo dell'entusiasmo. "Ergastolo per il criminale!", gridava la mia sete di vendetta.
Ma non me ne vendicai perché lo amavo ancora benché in un'altra maniera... fredda, lontana, protetta.
E l'emorragia cessò... Forse non me ne restava più una goccia di sangue nelle vene...
Il gelo del lungo inverno prese il suo posto, il ghiaccio del suo cuore cauterizzò le mie ferite. La neve coprì il mio corpo congelando la mia sensibilità.
Morii con ogni sua trascuratezza.
Morii...
Restai inerme a terra.
E fu proprio allora che rinacqui dalle ceneri dell'disinganno.
Fredda, scettica.... ma viva!
Ibone - 16 marzo '18
Salamanca, marzo 2018
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