E lei, fino a quel punto, pensava che all'origine del suo malore di vita ci fosse quel vuoto immenso che le pesava sull'anima. Quel nulla che divorava le sue budella con voracità, con ingordigia. Quando, invece, la radice del problema affondava nella miriade di pensieri indiscriminati che covava dentro ormai da tanto tempo; ma sì, da una vita! Pensieri sterili nel migliore dei casi, dolorosi altri, strazianti spesso poiché irrazionali. Pensieri improduttivi che le stavano succhiando la voglia di vivere, che mettevano continuamente il bastone fra le ruote alla sua smania di felicità, gettandola perlopiù in terribili e laceranti stati di ansia, attacchi di panico che frantumavano il suo cuore e si impadronivano della sua energia.
Perdeva brandelli di gioia e stava smarrendo la sua innata passione per tutto quello che faceva. A volte neanche si riconosceva in quella donna cupa, svogliata, triste, finita.
No, non era il vuoto però; bensì la straripante pienezza di quelle assurde idee che doveva imparare a tenere a bada, ad affrontare in modo ordinato, analitico per smontarle con la forza della ragione, della razionalità, con metodo quasi quasi scientifico.
E fu allora che capì tutto: la paura per un pericolo inesistente che prendeva forma solo nella sua mente mettendo tutti i suoi sensi in allerta. Il timore attenagliante al passare del tempo che la sua percezione malata considerava perso.
Duro il lavoro da fare smistando tutti quei pensieri che bollivano nella sua testa e che spesso si facevano largo fino alla bocca dello stomaco per tamponarla, chiudendola a chiave.
Ma era consapevole che l'unico percorso da seguire era quello di smontare pazientemente e ad uno ad uno i pensieri che ormai facevano da padroni nella sua mente e, di conseguenza, nella sua condotta. Come quando a sua figlia da piccola leggeva le fiabe questionando ogni particolare che lei riteneva assurdo davanti alla faccia attenta della bambina che finiva per concordare con lei quanto fossero sciocche e discutibili quelle favole: "Ma che razza di mamma manderebbe una bimba di 7 anni dalla nonna attraversando il bosco?? Che le tolgano la patria potestà!", "Ma questo pezzo di cretino abbandona i figli istigato dalla moglie perché non li può sfamare? Ma che cavolo di madre è? Ma a chi può venire in mente una idea così idiota?", diceva incavolata mentre la bimba approvava.
Beh! Adesso era il momento di diroccare tutti quei pensieri assurdi, campati in aria che non la facevano vivere, evolversi, andare avanti.
Si rimboccò le maniche e si mise mani all'opera di buzzo buono sapendo che la strada sarebbe stata lunga e complicata assai ma la ricompensa ne sarebbe valsa la pena giacché alla fine avrebbe ritrovato la libertà e con essa se stessa!
27 marzo '18
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